Rubrica un materiale un edificio – Corriere della Sera – 20/11/2020
L’acciaio di Foster con la leggerezza delle chiese gotiche
di Marco Vinelli
Per mollo tempo, il ferro, l’acciaio, è stato considerato il materiale della modernità in architettura. A partire da Eiffel, quando lo impiegò per realizzale la torre che domina Parigi.
A dare il «la» a questa tendenza sono stati i grattacieli, simbolo delle metropoli americane durante tutto il secolo scorso. Per raggiungere traguardi sempre più alti non era possibile impiegale i mattoni o il cemento armato perché le sezioni portanti, richieste alla base, avrebbero occupato tutto lo spazio disponibile. Così è stato necessario guardare altrove, in direzione dell’acciaio che, a quel punto, rimane a vista, non viene rivestito o nascosto bensì ostentato, regalando agli edifici un’aura hi-tech. Ma non basta impiegale un materiale «moderno»: bisogna anche saperlo trattare.
Un maestro, in questo campo, è sir Norman Foster, che lo ha impiegato (e lo utilizza tuttora) in numerose realizzazioni, in abbinamento con il vetro, per accentuare il carattere di «leggerezza», di snellezza delle strutture, sorta di cattedrali gotiche in versione 5.0.
Uno dei suoi progetti più famosi è la sede della Hong Kong & Shanghai Bank che sorge a Hong Kong, su un lotto di circa 5.000 mq nel Central District.
Si tratta di una torre alta 179 metri, con 47 piani fuori terra e 4 interrati.
La struttura in acciaio è rivestita con pannelli modulari in alluminio grigio e pannelli metallici argentati per ombreggiare la facciata. L’atrio, alto 52 metri può accogliere 3.500 persone. La flessibilità della struttura è stata verificata nel 1995, quando è stato aggiunto un nuovo piano commerciale che ha richiesto sole 6 settimane di lavoro per l’allestimento. Si tratta di uno degli edifici più costosi mai realizzati, in parte a causa del costo esorbitante del terreno a Hong Kong. Due imponenti scale mobili rappresentano lo spazio di transizione tra l’atrio (pubblico) e gli uffici della banca (privato).